PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LORO DICONO, NOI DICIAMO”
di Gustavo Zagrebelsky, Armando Spataro e Francesco Pallante.
Giovedì 29 maggio 2025 alle ore 20.30
Con Armando Spataro, già magistrato e coautore del libro.
Dialogano con il coautore del libro:
Giancarlo Fiume, caporedattore TGR Puglia e
Domenico Castellaneta, caporedattore La Repubblica Bari.
A chi gioverebbero e chi penalizzerebbero le riforme costituzionali proposte dall’attuale governo? Non lasciamoci confondere da parole come stabilità, efficienza, governabilità e similari: avvolgono spesso durissime realtà nella bambagia delle ovvietà. La Costituzione non è letteratura, è la cosa più politica che ci sia. Tre autorevolissimi giuristi spiegano perché le riforme proposte violano tre principi cardine della Costituzione: la partecipazione democratica, l’indipendenza della magistratura e l’uguaglianza tra i cittadini.
Nonostante il fallimento dei tentativi di revisione costituzionale del 2006 e del 2016, l’ossessione per la modifica della Costituzione torna a occupare la scena politica italiana.
Contro la democrazia partecipata si pone il premierato proposto da Fratelli d’Italia: una visione nella quale la democrazia si riduce alla scelta, tramite plebiscito, del capo cui sottomettersi una volta ogni cinque anni, senza che, tra una votazione e l’altra, possano operare contropoteri o i cittadini far sentire la propria voce. Sarebbe la negazione del costituzionalismo e della democrazia.
Contro l’indipendenza e l’autonomia della magistratura si pone una riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e la creazione di due Csm separati e di una Alta Corte per i procedimenti disciplinari, composti tramite sorteggio di tutti i membri. Misure che manifestano soltanto la volontà di controllo della magistratura da parte della politica, ottenuta per svuotamento e indebolimento del suo ruolo.
Contro il principio di uguaglianza opera l’autonomia regionale differenziata voluta dalla Lega: un progetto volto ad aumentare poteri e risorse economiche a favore delle regioni più forti e più ricche, con il conseguente abbandono a sé stesso del resto del Paese. L’esatto contrario di ciò di cui l’Italia avrebbe bisogno perché segnerebbe la fine della solidarietà sociale e dell’unità della Repubblica.
Se l’Italia soffre una crisi trentennale, la soluzione non è acuirne le cause, annichilendo il Parlamento, il potere giudiziario e l’idea della cittadinanza nazionale, ma difendere sopra ogni cosa l’equilibrio dei poteri e il valore di un’appartenenza comune nel pieno rispetto delle differenze alimentate dal pluralismo delle idee.
Ingresso gratuito con PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Per informazioni
Telefono: 0883/500044 – Whatsapp: 3923892767 (numeri attivi dal martedì alla domenica, escluso il lunedì, dalle ore 10:00 alle ore 18:00);
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