In seguito alle numerose richieste pervenute da parte di grandi e piccini, si è deciso di prorogare fino a domenica 1 luglio la Mostra sulle macchine da guerra di Leonardo da Vinci dal titolo “Il Genio. A Trani. L’Arte della Guerra: cosa bestialissima”, tuttora in corso, la cui esposizione era prevista fino al prossimo 10 giugno.
Per l’occasione, proprio nel giorno in cui era prevista la fine della Mostra, data la proroga, il Centro Culturale Polifunzionale della città è lieto di presentare un evento imperdibile in prima assoluta: “La dimostrazione dell’esperimento del Pendolo di Foucault”.
Appuntamento per le ore 20.00 di DOMENICA 10 GIUGNO presso il Palazzo delle Arti Beltrani con l’Ing. Giuseppe Manisco, geniale artista salentino che ha realizzato oltre cento macchine in scala reale basandosi sui progetti originali e sui calcoli di Leonardo da Vinci. Tale impresa, in atto dal 2004, lo ha portato, tra i tanti riconoscimenti, a ricevere la Laurea Honoris Causa per la sua passione e dedizione agli studi vinciani.
Manisco, dopo una breve introduzione volta alla riscoperta delle teorie di scienziati come Galileo, Guglielmini e Foucault, armato solamente di mappamondo e lavagna, ci condurrà in un viaggio strepitoso volto alla dimostrazione dal vivo della ROTAZIONE DELLA TERRA.
L’intento è quello di realizzare per la prima volta nel Sud Italia l’esperimento svolto dal fisico francese Léon Bernard Foucault che nel 1851, all’interno del Pantheon di Parigi, dimostrò il moto di rotazione della Terra intorno al suo asse.
L’esperimento si svolgerà nell’atrio del Palazzo delle Arti Beltrani ed è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
“dall’introduzione al pendolo di Foucault” di Umberto Eco
“Fu allora che vidi il pendolo.
La sera, mobile all’estremità di un lungo filo fissato alla volta del Tempio, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà.
… Io sapevo, che la terra stava ruotando, e io con essa, e insieme ruotavamo sotto il pendolo, che in realtà non cambiava mai la direzione del proprio piano di oscillazione, perché lassù, da dove pendeva, e lungo l’infinito prolungamento ideale del filo, in alto verso le più lontane galassie, stava, immobile per l’eternità, il Punto Fermo.
… Io sapevo – ma chiunque avrebbe dovuto avvertire nell’incanto di quel placido respiro che il pendolo era regolato dal rapporto tra la radice quadrata della lunghezza del filo e quel numero π che, irrazionale alle menti sublunari, per divina ragione lega necessariamente la circonferenza al diametro di tutti i cerchi possibili
… così che il tempo di quel vagare di un grave dall’uno all’altro polo era effetto di una arcana cospirazione tra le più intemporali delle misure: l’unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di π, il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio.
… Perché nel vuoto qualsiasi punto materiale pesante, sospeso all’estremità di un filo inestensibile e senza peso, che non subisse la resistenza dell’aria, e non facesse attrito col suo punto d’appoggio, oscillerebbe in modo regolare per l’eternità.”